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Verso la Pasqua

Il cammino verso la festa più grande del mondo della religione cristiano cattolico, (e non solo), è lungo, comincia dal mercoledì delle ceneri, con l’apertura della “Quaresima di Cristo”, un percorso silenzioso, dove negli anni passati, si rispettavano i canoni dettati dalla religione, c’erano da fare i digiuni, i fioretti, fino ad arrivare alla domenica che precede la “Santa Pasqua”.  –  La Domenica delle Palme, chiude un primo periodo, quello delle cinque liturgie domenicali che impone ai fedeli, una rinnovata coscienza cristiana attraverso “riflessioni e penitenze”, per arrivare limpidi, al giorno della Risurrezione di Cristo.  –  Sono i Vangeli, che fanno risalire alle origini di questa domenica e spiegano perché il rametto d’ulivo, diventa il simbolo di pace e assume particolare importanza, infatti, ci ricorda l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, quando …,

la folla numerosissima, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione”, festosi apparivano i fanciulli che agitando i rami, alle domande …, “Chi è costui?” …, rispondevano “Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea”.

Doveva essere un giorno di festa straordinario, invece, ci troviamo davanti oltre agli ostacoli, anche la solitudine e spesso il dolore, io che sto ancora cavalcando gli ultimi due secoli ho fatto parte di profondi cambiamenti, mai però, mi sono trovato davanti alla Pasqua che stiamo per celebrare, non è solo la mia diversa, è anche nella visione di altri la diversità dell’anno 2020 …, nessuno mai avrebbe pensato a questo cataclisma, che sempre più si allarga e coinvolge i paesi del mondo, che siano ricchi o poveri, ha poca importanza, il “coronavirus”, si nutre di morte.

Nel poema “La Canzone di Legnano” (scritto da Giosuè Carducci), il cap. XI, inizia con le parole di (Alberto da Giussano, personaggio leggendario del XII secolo che avrebbe partecipato, da protagonista, alla battaglia di Legnano):

Vi sovvien, la domenica triste degli ulivi? / Ahi passion di Cristo e di Milano”.

Penso che mai questi versi, siano stati letti immedesimandosi al proprio momento di vita, come in questa “Domenica delle Palme”.

È davvero una Domenica delle Palme fuori dall’ordinario, il Papa che celebra dalla casa di Pietro, una messa quasi in solitaria, nel profondo silenzio degli assenti, oltre il capitolo religioso (tutti a distanza di sicurezza), null’altro si vede, stiamo tutti da casa a seguire la messa solenne …, ognuno con la sua motivazione, dal coinvolgimento religioso, alla paura che tutti sentono vicini, (specie le persone anziane che sentono di essere le più vulnerabili).  –  San Pietro …, non è come siamo abituati a vedere, seppur privo di fedeli, appare piena di luci, di solennità e di splendore nel bello che offre e che solo raramente si può vedere, per me, una Domenica delle Palme vissuta con una profonda partecipazione religiosa, come non mai, il momento della messa proprio per l’insolita visuale che ha mostrato la chiesa, che nella sua nudità “priva di corpi, mi appare piena di anime”, ha mostrato tutto il suo calore nella creatività dall’amore suggerito da Papa Francesco.  –  Anche oggi come negli altri giorni, (negli ultimi tempi Papa Francesco dice la messa dalla “Casa di Santa Marta” che alle ore 7 è trasmessa da Rai 1), cambia solo lo scenario, quello odierno, è sicuramente più affascinante, sontuoso e inedito.  –  Della funzione religiosa, si attende l’antichissimo rito della “benedizione degli ulivi”, che ci perviene documentata sin dal VII secolo, ma a Roma solo dalla fine dell’XI secolo, ancor oggi, è considerato il simbolo di pace.  –  Neanche ci saranno come negli anni scorsi chi, uscendo dalla propria parrocchia, salutava agitando festosamente i piccoli ramoscelli d’ulivo lungo il ritorno a casa nell’incontro di amici e parenti, come a rendere onore a Gesù salvatore, esclamando:

Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli”.

Questo è un anno che rimarrà nella storia, inevitabile la mia riflessione dovuta non solo alla strana situazione cui mi trovo …, (anche se stavo in Romania, ne sarei stato coinvolto ma in maniera diversa, mi resta solo il dubbio se meglio o peggio) ci sono comunque dentro e lo vivo con la necessaria pazienza e coscienza, cercando di rendermi utile anche dentro casa …, non solo scrivendo in rete.  –  Per sconfiggere il male, siamo stati “invitati e obbligati” con leggi immediate, a dare e fare il nostro gesto di responsabilità, per difendere e salvare l’umanità, che a questa circostanza non era preparata e appare profondamente ferita, sono diverse le difficoltà che ognuno si trova ad affrontare, perché, tutti anche di riflesso ci troviamo coinvolti in quella che può essere interpretata come “una folle catena”.  –  In una guerra convenzionale, fatta con le armi, i paesi coinvolti reagiscono con il sacrificare masse di giovani leve, (i più abili, a combattere), oggi è il mondo intero, che si trova davanti a un nemico invisibile e purtroppo, nella diversa situazione ugualmente dolorosa e ancora ricca d’incognite.  –  A soffrirne non sono solo i giovani che all’improvviso rimangono privi di nonni e genitori, ma anche questi ultimi, che si vedono privati dal raccogliere i frutti della loro semina, davvero avrebbero meritato una pausa nella vita per godere il bene di figli e nipoti, dopo l’attività produttiva.  –  Nel personale, immancabile fare un excursus sulla giornata che nell’ultimo ventennio di fine secolo, mi ha visto partecipe, per me che ero impegnato nel volontariato, era un giorno dell’anno atteso, perché eravamo “visibili alla città”. Nell’imbrunire della serata, c’era da partecipare al rito della “Via Crucis”, dove in ogni stazione della “passione di Gesù”, (predisposte dalla cattedrale lungo il corso e viceversa), noi, come associazione, facevamo sosta assieme all’arcivescovo, ai cantori del “coro Selecchy” e ai fedeli che seguivano in processione.  –  Alle parole religiose pronunciate dall’arcivescovo, seguiva dal componente delle associazioni di volontariato, la lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca e Matteo, per concludersi con i canti passionali fatti dal coro …, non restava altro che attendere i riti della Settimana Santa, che si celebravano con una massiccia partecipazione dei fedeli, già dal giovedì santo, i (Santi Sepolcri), la processione del Venerdì Santo.  –  Quest’anno, tutto passa in “second’ordine”, anche la Domenica delle Palme, i riti della Settimana Santa e la Pasqua, ma non finirà qui, di certo ci sarà una coda anche per le feste successive, speriamo solo che sia l’anno in cui nonostante il virus, si capisca l’importanza della salute e degli affetti veri, che è innegabile, ci ha fatto riscoprire dei modelli di vita dimenticati …, nelle difficoltà improvvisa, abbiamo dimostrato che non erano modelli superati.  –  Cerchiamo di essere più coinvolti per arrivare alla soluzione, non per aggravare il problema, lo dico io a malincuore che nell’ultimo ventennio sento di essere uno “spirito libero”, è importante quanto necessaria la nostra partecipazione …, rispettiamo le limitazioni imposte, solo così, sarà facile e potrà “andare tutto bene” come si legge su balconi e cancelli.