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PD e Zingaretti

Sembra tutto come prima se non peggio, l’elezione a segretario del PD di Zingaretti, non ha portato niente di nuovo, a me sembra più un proseguire del vecchio sistema, con l’aggravante di venir meno a delle precise promesse sul cambiamento delle regole di partito proposto anche da lui nel pieno della campagna per le primarie per l’elezione a segretario.  –  Ormai appare fin troppo evidente che in politica non contano più le promesse, “contano i voleri”, conta più di ogni altra cosa la sedia dove poggiare i culi, tutto il resto è secondario, le persone sono sempre gli elementi mobili della situazione, (questo ovviamente non solo nel PD, ma in ogni partito …, ultimamente lo fa notare anche il MoVimento) la cosa non è proprio edificante.  –  Con queste premesse il paese percorre il suo “l’ultimo miglio”, non sappiamo quando …, né come finirà, segreti e misteri sono alla base di ogni partito o movimento, pensare che all’interno di ogni partito ci siano persone che si comportano al di fuori delle comuni regole e in contrasto con i responsabili eletti.  –  Sarò il solo a pormi delle domande in merito forse no, ho solo il coraggio e l’opportunità di rivelare le mie preoccupazioni alle mie infinite pagine bianche, lo faccio in piena libertà e responsabilità, senza dover provare alcuna vergogna di farlo.  –  Non è coraggio, penso sia più la mia coscienza, a portarmi alle attuali riflessioni, o forse è il mio “essere buonista” o la mia stupidità, so’ di non avere alcuna speranza di cambiare lo stato delle cose, eppoi, se cambio l’ordine dei fattori mi ritrovo (e non è un miracolo), al vecchio sistema che l’elettore ha messo da parte.  –  Di conseguenza, penso che ogni altra azione fatta in maniera spiccia, non possa avere un buon seguito se il risultato non cambia, per logica, scrivo, convinto che non possiamo essere noi soli con il nostro voto a cambiare le cose, occorre anche la collaborazione e la voglia di chi si candida per avere un sistema diverso di governo.  –  Possiamo anche restare nella nostra “remota ideologia”, dopo la formazione del primo governo con i rappresentanti dei partiti nella “resistenza”, si passa al monocolore della DC, il governo di centro che per lunghi anni ha portato l’Italia fuori dal momento bellico, poi qualcosa di nuovo succede ma non ci facciamo molto caso, perché presi dagli interessi di migliorare il “nostro stato sociale”.  –  Se invece facciamo la giusta considerazione con la dovuta obiettività, ci accorgiamo che trascorso il primo periodo, già nelle I Repubblica, dopo il voto ci sono sempre le alleanze, vedi la stessa terminologia, (centro-destra o centro-sinistra) che da sole identificano la realtà da noi semplicemente ignorata, chi per comodo, chi per noncuranza, chi perché non capiva.  –  Resta che quanto nel tempo è cambiato, non l’abbiamo mai considerato per quel che erano, oggi nella situazione di “grande disagio” che è diventata la nostra quotidianità, finalmente entriamo nell’ottica vera, può piacere o no, io, ritengo sarà anche duraturo nel tempo a venire questa situazione di convivio, il gioco coinvolge tutti perché i giocatori da soli si sono frammentati.  –  Conseguentemente, le percentuali rappresentate sono diventate più piccole, e per raggiungere una maggioranza di governo non si può pensare a un solo partito o MoVimento, questo l’abbiamo già notato nel marzo 2018, non sono solo le persone, ma anche i partiti in netta contrapposizione “d’idee e programmi”, che si ritrovano presi dentro la trappola del potere.  –  Gestire un governo è diventata una trappola, tutti, stanno a dire e fare di tutto per esserci, adesso in occasione delle elezioni europee, si affilano le armi perché la situazione italiana con l’attuale governo, non piace a nessuno, di quelli che sono all’opposizione, men che meno a quelli che l’hanno architettato.  –  Zingaretti, al momento, almeno per l’area di sinistra, rappresenta il nuovo, appena eletto alla segreteria …, cerca di fare quel che ha promesso, ma le sue manovre sono piene di ombre, alcuni post, non a caso gli ricordano e lo invitano a non caricare sul carro del suo PD elementi che in passato hanno “fatto pesanti azioni” di disturbo, non solo alla politica di Renzi.  –  Effettivamente, questa situazione di sinistra non è molto piacevole da gestire, è certo, che bisogna recuperare l’elettorato con ogni mezzo, non è solo una mia opinione, purtroppo, non ci sono movimenti su questo fronte, si pensa alla debolezza del governo, per le incompetenze cui fanno sfoggio, dando anche suggerimenti, e secondo una mia veduta …, si sta perdendo del tempo prezioso.  –  Inutile dire che le azioni da fare sarebbero intanto, proprio all’interno del PD per amalgamare le forze che vengono fuori dai nuovi incarichi, poi una rivisitata all’intero collegio degli eletti in Parlamento, oltre che agli stessi membri della segreteria, la direzione e la responsabilità delle “sedi periferiche” di partito, è la sola manovra iniziale che può generare un nuovo PD.  –  Guardare da tutt’altra parte non mi sembra opportuno, ci sono sempre le priorità che vanno individuate e affrontate da risolvere prima, diversamente neanche si capisce se c’è stato un rinnovo nei quadri direttivi, questo rappresenta anche il segnale da far leggere ai fuoriusciti dell’elettorato.  –  Prima di arrivare al termine delle mie “vedute a sinistra”, volendo essere obiettivo e spassionato …, scrivo un’eresia, solo per licenza letteraria, avrei preferito più Luca Zingaretti alla guida del PD, sì, avete capito bene il Commissario Montalbano era persona molto adatta a mettere ordine dentro il Nazareno.  –  Non voglio sminuire la valenza di Nicola, è solo che lo vedo come il precedente vicario Martina, troppo flessibile e malleabile, senza una propria personalità, con scarso carattere, per svolgere la funzione di segretario di un partito che raccoglie i pochi resti del comunismo, i pochi rimasti “della vecchia DC” e qualche altro profugo, persone con propri ideali, forti perché rispondono ai primi partiti che si sono formati …, anche prima della guerra.  –  Restano pertanto le incertezze per il futuro, restano insoluti vecchi problemi, messi da parte per semplice opportunismo, resta per tutti gli italiani specie quelli di sinistra (che non sono più di sinistra), la mancanza di una casa comune, molti si sentono come me, non rappresentato da nessuno, fuori da ogni partito e da ogni politico, non è bello vivere nella situazione, ci si sente esclusi dalla vita politica del paese e senza precisi riferimenti.  –  Resta da vivere fino in fondo la propria ideologia, fuori da ogni schema, in solitaria quindi muti come un pesce.