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Ezio Sanzunett

Una volta era conosciuto come Ezio Sansonetti, qualcuno lo ricorda ancora, dei tempi migliori, fino a qualche tempo fa, (io le ultime volte che l’ho incontrato nello scorso aprile, lungo la strada che da Filippone, porta a Femminella,), in settembre scorso mi sono pure chiesto come non averlo incontrato nella settimana che ho passato in città …, adesso forse i conti tornano, evidentemente non stava bene in salute se d’improvviso, arriva la triste notizia.  –  Purtroppo sembra che questo 2018 per la nostra città sia stato molto funesto, non è solo un lutto familiare che mi fa scrivere ciò, c’è stato anche Enzo che da poco abbiamo salutato calorosamente, e ancora tanti altri, non ultimo, anche l’amico (Tonino Del Vesco), da tanti, conosciuto come “lu gange” …, ma ci sono ancora altri.  –  Si dirà che è un fatto naturale perché conseguente alla nascita, dopo la vita non resta che la morte, una realtà di sempre cui nessuno si sottrae e nessuno si rassegna, specie se colpito proprio nei pressi.  –  Inutile andare contro un evento che sappiamo, arriverà senza essere avvertiti, è così senza se e senza ma, dopo le esperienze cui molti, fanno tesoro perché porta gioie e soddisfazioni nella propria vita, ci sono le esperienze cui nessuno vorrebbe averci a che fare o proprio non farne esperienza.  –  Obiettivamente, questi incidenti li vediamo in tutte le città, in ogni casa e vicini a ognuno, perché sono eventi inevitabili che accadono in tutte le famiglie, resta solo da assimilare e dimenticare la tristezza che, certi eventi procurano dentro di noi e ricordare le cose più belle che durante il cammino terreno, ci hanno accompagnati.  –  Adesso è sicuro che nessuno più potrà dire di aver incontrato Ezio, perché ha finito il suo “allenamento terreno”, sicuramente anche lassù, troverà le sue strade piene di amici e spero anche più umanità, perché, è vero che aveva tanti amici, ma tanti altri spesso lo snobbavano, specie quando chiedeva una semplice sigaretta.  –  La sua figura passa nella storia di quei personaggi che hanno movimentato la vita della città, non ci sono classifiche da fare, ognuno aveva la sua caratteristica, dal più famoso “Gerard Cacchione” al meno celebre …, un nome a caso, Giampiero, passando tra Elena la ndò ndò, Pappaggiorge, Chiuppappà, Enzo Cipolla, Cianell, ma …, ancora tanti altri.  –  Sono persone comuni come lo sono gli altrettanto celebri Cuccitto, Fraticelli, Sciucchi, Carpineto, (proprio ieri, l’ultimo nominato al G.B. Vico) senza trascurare ancora tanti altri, escluso Gerard, (con le relative riserve sulla veridicità dei suoi natali), le persone appena nominate non avevano nobili natali, ma, hanno avuto notorietà o comportamenti da nobili.  –  Tutto questo è sempre un elemento positivo, perché la città vive di cose, di fatti, di personaggi …, di gioie e di tristezze, ognuna porta il suo contenuto di vita, ognuno deve accettare per la propria parte, anche se questo comporta dolore e sofferenza.  –  Ezio …, lo si vedeva in giro, senza grosse caratteristiche da vantare, solo molto trasandato nel vestire, spesso fuori città, nelle mattine solitamente faceva il suo giro sempre in solitaria, il pomeriggio spesso si portava anche in provincia, in qualche occasione, l’ho incontrato a Francavilla, non sulla strada, ma lungo l’arenile, all’alento, non so come faceva a spostarsi, forse gli autisti lo sopportano semplicemente, comunque anche questo è uno sprazzo di buon cuore che rimane delle abitudini di una volta.  –  Il ragazzo (impropriamente), perché di fatto, era anche molto adulto, (ormai 55 enne), viveva a Chieti, le sue giornate sempre uguali, girando a tutto tondo le vie della città, in centro, nelle periferie, un po’ ovunque, sempre con la sigaretta in mano, che metteva in bocca più per abitudine che per necessità, del ragazzo di una volta allegro, di bell’aspetto, che girava in città con la sua bella motocicletta, rimane solo il ricordo di pochi, in seguito, quel giovanotto, diventa un’altra persona, viaggia non più con la sua motocicletta, ma a piedi, la sua mente ormai va a “ruota libera”, a 360 gradi.  –  Lo chiamavano “muturin”, nella realtà pure meritato, ma nessun cattivo pensiero in merito, era non solo per la sua passione “dimenticata” della motocicletta, ma anche tutto è solo riferito al suo eterno passeggiare per la città, un passeggio a piede spedito che lo portava di qua e di la, anche in tempi relativamente brevi, alcuni si ponevano le logiche domande …, non ci sono risposte, solo la sua resistenza a questo suo fare che nel tempo lo ha reso celebre con quell’appellativo, proprio a significare la speditezza di movimento.  –  Essere onesti nel parlare di altri, significa anche raccontar di loro altre verità dimenticate o per niente conosciute, io personalmente, ricordo e anche bene, un altro Ezio, che davvero aveva dei comportamenti totalmente diversi da quelli che tutti negli ultimi tempi abbiamo visto e forse conosciuto.  –  Inutile dire che è davvero un peccato per qualsiasi persona ridursi in quello stato, vero è che non dava fastidio a nessuno, ma preferisco ricordare quando Ezio ancora un bel ragazzo, amava il ballo, spesso lo incontravo al ristorante da “Iva”, sotto Bucchianico il sabato sera e le altre feste che Gianfranco e Annarita, i titolari del locale organizzavano.  –  Ezio era un ottimo ballerino, più da ammirare e, meno da invidiare, le musiche di Vincenzo D’Intino (molto noto in città anche per la sua ottima voce), rallegravano le serate, insomma una persona totalmente diversa, che amava la vita, che godeva dei divertimenti che lo tenevano legato al mondo reale, come tanti altri di noi, poi d’un tratto …, tutto cambia, non so cosa sia successo, ma subisce un radicale cambiamento che coglie tutti di sorpresa, forse più di tutti, la sua famiglia, che proprio perchè “famiglia”, lo ama, lo accoglie e lo tiene fino alla fine.  –  Ci sarà forse qualche momento di vergogna per loro, certamente immeritata ma nessuno ha colpa di certi accadimenti, è il destino che era “già deciso”, quella famiglia ha saputo mantenere l’amore, quello vero, che tutto fa superare, Ezio, comincia un percorso tutto suo, ma senza uscita.  –  Passa del tempo e … in città tutti si accorgono che qualcosa era successo, qualcosa era cambiato in lui, non conosco il perchè di questa trasformazione, certo è che diverse possono essere state le cause, un problema di droga, di bere penso io, a lui piaceva molto la birra, per i “si dice”, tutti sanno che se si approfitta, la birra è più nociva del vino.  –  Mentre il povero Ezio in lotta ormai con il suo “ego”, comincia a chiedere soldi ai passanti, stranamente preferiva le monete da 500 lire, (forse diventate 50 centesimi), nel tempo anche il suo aspetto fisico andava modificandosi, forse ha subito qualche trauma, un occhio gli appare socchiuso, il suo movimento assume anche un aspetto un po’ claudicante, troppo spesso anche al mattino, con una bottiglia di birra in mano, gira e rigira in città, dal centro alla periferia, e viceversa in perenne solitaria.  –   E’ il caso di dire; davvero un peccato, la perdizione umana a volte, assistere impotenti a questi cambiamenti, non è piacevole, però mi accorgo che è quasi una normalità, sono i clochard del terzo millennio, un’incidenza forse pure prevista, per chi si sente persona normale, è difficile da accettare certe situazioni.  –  Però, la realtà questa è, bisogna conviverci, sopportare e per quanto è possibile anche supportare, ci rimane solo il lato osservativo di queste cose, ci rimane solo da mettere in campo tutta la nostra capacità umana, laddove possiamo intervenire per dare magari un piccolo aiuto, altro non è possibile fare, il destino di ognuno è stato già scritto, nulla possiamo contro di esso, ma questo non deve significare arrendersi.  –  Anche Ezio, ci lascia, stamattina quando ho visto l’annuncio come tanti, sono stato colto di sorpresa e dal dispiacere, nel salutarlo, gli faccio solo un grosso augurio …, ciao Ezio, che tu possa trovare lassù, la pace che a lungo hai cercato quaggiù.