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Monastero di Symi 7/10

-Grecia- settimo di 10

Di quella che è da tutti conosciuta come la “Linea Sacra”, mi trovo quasi alla fine, per completezza ho iniziato con un primo racconto, per parlare solo del Santo, poi, in corso d’opera, sono spuntate altre “argomentazioni” che ho pensato potesse rivelarsi utile nella conoscenza globale di San Michele nel mondo cattolico, perché, ci sono altri santuari meno noti ma ugualmente utili alla causa religiosa e del culto.  –  In questa pagina, siamo in Grecia, provenienti dall’Italia, la linea dell’Arcangelo, continua oltre a questa, per chiudersi a Israele, siamo in una delle sue tante isole greche, dove sorge uno dei primi santuari micheliani, il “Monastero di Symi”, con tutte le ricchezze che sono state tramandate e custodisce nel tempo.  –   Non posso non ripetermi in qualche passaggio, sono sicuro sarà anche utile e opportuno, tener presente dei racconti precedenti, alcuni passaggi salienti, siamo partiti dalla “roccia di Michele” in quel d‘Irlanda, dai resti del monastero di Skellig Michael, poi in Cornovaglia, al St. Michael’s Mount e con una virtuale traversata del “mar Celtico”, sbarcati in Normandia, al Mont Saint-Michel.  –  Due tappe bellissime nella nostra Italia, prima su in alto della Val di Susa, alla “Sagra di San Michele” e poi attraversando la pianura Padana e quasi per intero la costa adriatica, arrivati in un paesino della Puglia, a Monte Sant’Angelo, dove all’interno di una grotta naturale, nasce uno dei santuari a lui dedicati.  –  Qualcuno direbbe …, ne abbiamo fatta di strada, sì, finora circa 4500 km, per arrivare alla conclusione dell’avventura, in Israele, restano ancora 1500 km …, insomma non mi sono annoiato ho incontrato tanto di nuovo, che mi ha fatto piacere ed ha anche diminuito la mia enorme ignoranza, adesso vado alla scoperta di quest’isola che onestamente, neanche sapevo dell’esistenza.  –  L’isola di Symi, al centro delle mie attenzioni, ha antiche origini, Aigli, Metapontis, Kariki sono alcuni dei nomi antichi secondo la mitologia delle Grazie, alla fine resta il nome di Symi, Glafkos è stato il primo abitante dell’isola, ottimo nuotatore e marinaio, che ha trasmesso le sue abilità ai primi abitanti, i Kares e i Lelegi, Omero la cita nell’Iliade, riferendosi al primo re dell’isola, Nireus, che prese parte alla guerra di Troia con 3 sue navi.  –   L’isola di Symi (una volta era Sime, dal nome di una delle mogli di Poseidone), si trova nel Mar Egeo, vicino alla Turchia, sulla costa sudoccidentale e fa parte del territorio amministrativo di Rodi, la mitologia racconta che vi nacquero le tre grazie, le famose dee Caridi, “Aglaia” (della bellezza), “Eufrosine” (della felicità), e “Talia” (della prosperità), è del Dodecaneso, l’ottava isola in ordine di grandezza della Grecia.  –  Symi, è distante 46 km da Rodi, fa parte delle 6000 isole della Grecia, è una delle 227 isole, dove si vive con normalità, oggi conta 2600 abitanti, si estende su una superficie di 58,1 kmq, fu abitata sin dalla preistoria, poiché crocevia di naviganti e colonizzatori, l’isola ha una costa rocciosa con spiagge ghiaiose e un mare cristallino, le più popolari sono Nos, Pedi, Nimporio e Panormitis …, quella di Agios Nikolaos è composta di sabbia, forse per la sua estrema bellezza, le sue baie nascoste, è stata oggetto di conquista e sfruttata dal dominio dei Fenici, dei Kareth, dei Lelegi e i Dori, ma non finisce così.  –  Il passato di Symi è travagliato ma glorioso, nel 411 a.C. con la guerra del Peloponneso, fu teatro di una battaglia navale tra Spartani e Ateniesi, sotto l’impero romano e bizantino ebbe uno sviluppo nella cantieristica navale, nel 1309 l’isola, come la vicina Rodi (oggi patrimonio UNESCO) fu acquisita dai Cavalieri dell’Ordine Ospedale di Gerusalemme e protetta dai pirati, fino al 1522, quando, subentra il dominio della Repubblica di Venezia, nel 1912, una spedizione del Regio Esercito del Regno d’Italia, la liberò dai soprusi dell’Impero Ottomano, ma resta sotto quella italiana, per essere poi occupata dai nazisti e infine, liberata dagli inglesi, che nel 1948 la consegnano alla Grecia, di ogni passaggio sono rimaste le tracce, positive e non, la più triste, la quasi scomparsa dell’industria delle spugne marine.  –  Sulla splendida isola, si arriva da Rodi e Kos, con l’aliscafo s’impiega meno di un’ora, il punto di sbarco è sulla baia di Gialos nel territorio di Chorio, il paese già si vede in lontananza, perché sta sull’alto delle rocce, è particolarmente attraente.  –  Sulla sommità, si trovano le rovine del castello costruito nel 1407 dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni (ex cavalieri di Cipro), a difesa delle tante scorrerie, su una preesistente fortezza bizantina in località di Pontikokastro molto più antica, era un cerchio di pietre, parzialmente scavato vicino a Yialos addirittura, (secondo alcuni), risalente al neolitico.  –  Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come deposito di munizioni dagli alleati, purtroppo, è stato fatto saltare in aria, la chiesa di S. Maria Assunta, al suo interno, è andata interamente distrutta, restano solo alcune parti delle vecchie mura, dove è ben visibile una targa che commemora Filiberto de Niallac, gran maestro francese dell’Ordine dei Cavalieri.  –  I monasteri dell’isola greca, sono nel loro stile e nella loro religione “greco-ortodossa”, per arrivare al monastero consacrato a San Michele Arcangelo, bisogna andare da tutt’altra parte di Chorio, esattamente, si trova a Panormitis nella parte meridionale dell’isola, non in altura come predilige il nostro Santo, anche se l’isola si alza di 1215 metri s. l. m. (giusto per restare in tema), per segnalare la sua presenza, ne approfitta con la torre campanaria che si alza imponente sulla baia dall’anno di costruzione del 1911.  –  In Grecia la devozione verso gli Arcangeli risale ai primi secoli del cristianesimo, come riportato dalla Lettere di San Paolo Apostolo ai Colossesi, (gli abitanti dell’area frontale all’Isola di Symi), non se ne conosceva l’esistenza dell’Arcangelo Michele.  –  Come di consueto, diverse sono le versioni sulle origini “sacre del posto”, secondo gli studiosi, nel punto in cui venne eretta la chiesa, vi era un tempio dedicato ad Apollo, trasformato nel 450 d.C. una prima ricostruzione si porta su una pia donna dell’isola, “Mariò di Protinoiu”, che mentre stava scavando, forse per coltivare la terra, trovò una piccola raffigurazione del Santo, era piccola ma aveva la caratteristica che il corpo dell’arcangelo, non era dipinta ma scolpita nell’argento.  –  Sono sempre “sui si dice che”, proseguendo nella leggenda, l’icona venne spostata dal luogo del ritrovamento, ma il giorno dopo la ritrovarono nel punto in cui era stata tolta, così che venne costruita una chiesetta dedicata al grande principe del bene, che aveva fatto capire di voler essere presente nella baia di Panormitis, la donna continuò a vivere nel luogo per molti anni ancora e la sua credenza, porta a far nascere una chiesetta.  –  Queste, le origini che trasportano nel tempo, divenuto meta di pellegrinaggio da parte di tutte le popolazioni dell’Egeo, nasce il culto per San Michele, che si allarga verso l’occidente, per poi giungere nel Gargano, a Sacra San Michele, Mont Saint-Michel in Francia fino alla Cornovaglia.  –  Il monastero di Symi, costruito nel XIII secolo, in stile veneziano, è famoso in tutto il mondo, è il secondo per grandezza nelle dodici isole che formano l’arcipelago, detto del “Dodecanneso” è dedicato al protettore dell’isola, che trovandosi lungo la “linea Sacra”, non poteva che essere l’Arcangelo.  –  Il complesso religioso “Moni Taxiarchis Michail Panormitis”, nel suo nome intero, è stato restaurato nel 1783 ma non si ha conoscenza di come fosse prima del restauro, la facciata della struttura principale di colore bianco, molto lungo, s’affaccia sulla baia di Panormitis da entrambi i lati, riparata da verdi colline, imponente nel suo aspetto, austero ma piacevole e dominante su tutta la visuale.  –  Quel che vediamo oggi, è opera di costruzione e restauro del XVIII secolo, sempre mantenendo lo stile veneziano, gli edifici costruiti intorno al monastero, un’opera tutta degli italiani, la chiesa si trova sulla sinistra della corte, la data della costruzione non è nota, ma si conosce quella dello splendido campanile in stile barocco, costruito nel 1905 (simile a quella del monastero di Zagorsk in Russia), con ogni probabilità, il più alto al mondo.      Un ultimo momento di difficoltà, sull’isola, nel momento bellico, oltre la distruzione del castello, l’isola ha subito anche il saccheggio di questo luogo sacro, tutto però, è stato risistemato per farlo diventare non solo un luogo turistico, ma anche di ritiro spirituale e di cultura, bello l’interno della chiesa, ricca di tante icone da ammirare anche in quelle murali nella parte posteriore, che rappresentaLa caduta degli angeli”.  –  L’area che asserve il monastero, la chiesa e le altre costruzioni che formano il complesso, è tutta pavimentata e abbellita da alberi e piante esotiche, mentre nel monastero da qualche tempo, sono stati ricavati dei locali per offrire un optional, non solo ai turisti ma anche a persone che sentono la necessità di passare un momento di riflessione, c’è la possibilità di soggiornare a prezzi modesti.  –  Dentro la chiesa, sono in funzione anche antichi lampadari, ma la vera sorpresa, a grandezza naturale, è la Santa icona, che si conserva, ricoperta da “un’armatura d’argento”, di quasi 3 metri di altezza, datata 1792, ove si rappresenta San Michele di Panormitis, che impugna una spada, è unica nel suo genere, perché pare sia la più grande esistente al mondo.  –  Si legge, in un’iscrizione greca posta ben visivamente all’interno del santuario che il pope di turno fa notare ai visitatori che:

“Il culto di San Michele da questo lembo d’Oriente è partito, dopo essere qui giunto da Chonae, verso l’Occidente, giungendo in special modo al monte Gargano, al mont Saint Michel di Normandia, a St Michael’s Mount di Cornovaglia”.

Facendo un excursus nelle tradizioni e usanze locali, diverse sono quelle che ho raccolto delle più quotidiane, io un po’ le ho apprese quando sono venuto ad abitare in Romania, dove mi sono incontrato per la prima volta con le chiese ortodosse, la loro devozione religiosa, è pari alla nostra, osservando i nostri santuari o la domenica a mezzogiorno di Piazza S. Pietro, anche da queste parti, i fedeli accorrono numerosi per chiedere al Santo, grazie, favori e miracoli.  –  Come noi, cristiani cattolici, anche loro hanno un rituale cui fare riferimento, si mettono in fila per porgere il proprio rispetto a San Michele Arcangelo (è in uso nella religione ortodossa baciare l’icona), nel momento silenziosamente, fanno la loro richiesta di aiuto, ma devono promettere qualcosa in cambio, se mancano alla promessa, il Santo, farà capire il suo malcontento, molto curiosa l’usanza di alcuni fedeli, che prima di procedere al rituale, hanno una scopa per spazzare innanzi all’icona, come simbolo di pulirsi dal peccato.  –  Una loro credenza è che gli oggetti devozionali che sono lasciati in mare dai devoti del Santo, da ogni parte del mondo, arrivano miracolosamente nella baia del monastero, mentre a tutti coloro che vengono in pellegrinaggio e dormono sull’isola, l’Arcangelo appare in sogno e parla, al mattino non bisogna far altro che raccontare il sogno al pope che lo interpreterà spiegando l’invito posto dall’Arcangelo.  –  Sono anche rimasti molto stretti alle vecchie usanze, con il normale abbigliamento, rispettando il luogo nel silenzio, con telefonini non accesi e prima di cominciare la via del ritorno, chiedono in chiesa l’olio benedetto, per le cure del corpo e dell’anima.  –  Non poteva mancare la festa, tutto è, un po’ come dalle nostre parti, con la grande partecipazione dei fedeli, annualmente si celebra l’8 di novembre con le presenze religiose e istituzionali, incluso il picchetto d’onore militare, che sale al monastero.  –  Per completare con le ricchezze del monastero, c’è una biblioteca di manoscritti bizantini e vecchie edizioni di contenuto ecclesiastico, storico e filologico, una piccola mostra di dipinti del monastero con le sue due cappelle e del paesaggio …, infine, due musei, che fanno ammirare le ricche collezioni di arte religiosa, con pontificali, oggetti liturgici, icone d’argento, epitaffi russi, modellini di navi ex-voto, provenienti da oltremare ma anche elementi del folclore e della vita locale sulla pesca, l’agricoltura e la pastorizia.  –  L’isola forse detiene anche un primato …, pare siano circa 300 i luoghi di culto, tra chiese, monasteri, edicole ecc, solo nel comprensorio di Symi si contano altre nove chiese, corrispondenti a 9 ordini angelici, che seppur non dedicate a San Michele, portano segnali di devozione, di alcuni, ho trovato la descrizione.

__ Sul piccolo isolotto di San Emilianos, si trova un monastero, collegato a Symi da una piccola strada rialzata e al suo interno, si trovano meravigliosi affreschi bizantini.

__ Anche nella chiesa dedicata ai Santi Constantinos ed Eleni, sulle pendici meridionali del Vigla sulla strada per Panormitis, che propone dei bellissimi giardini, terrazze e un pozzo, ci sono le tracce di San Michele.

__ Roukouniotis, è raggiungibile solo con mezzo proprio, il monastero è stato costruito dai cavalieri di San Giovanni nel 1300 sulle rovine di un precedente del V secolo, a sua volta è stato costruito sui resti di un tempio precristiano, il portone del monastero è chiuso, bisogna suonare e farsi aprire per visitare la chiesa a due piani a lui dedicata. L’icona di Roukouniotis è simile a quella di Panormitis ma con colori differenti, il custode è disponibile per tutto il tempo della visita.

__ Ancora un monastero a Sotiris Megalos, prima di scendere nella direzione di Panormitis, è molto bello e pittoresco, ha una vista spettacolare. https://www.grecia.info/isole-dodecaneso/symi/

L’escursione che si può fare sull’isola che è tra le più belle e accoglienti di Grecia, comincia dall’attracco a Gialos, famosa per il suo porto neoclassico e le belle spiagge selvagge e tranquille, la città che si vede in alto e dà il nome all’isola, è un fiorente villaggio dall’architettura neoclassica italiana che scende dalle colline e si spinge fino alle limpide acque del mare, (una colorata capitale dei diversi villaggi sparsi sull’isola), che si estende su due livelli, quella marina (Gialos) e la parte alta, chiamata Chorio.  –  Da Gialos si accede a Chorio, (che è la parte più antica dell’isola) attraverso grandi scalinate, la sua architettura montagnosa, è differente da tutte le altre isole greche, possiede un suo stile, è proprio tutto l’insieme, che sembra uscire direttamente da un cartone animato, un libro di favole o dal sogno di un bambino felice per la moltitudine di colori che offre guardandola in alto.  –  Si aggiunge al turismo religioso, quello turistico, Symi è famosa per i suoi edifici neoclassici, da ogni vicolo, sbucano chiese e balconi colorati, terrazze animate e piacevoli locali, dove passare la serata, c’è una capiente piazza, dove si apre un cortile di ghiaia da poco restaurato, centro e sede dell’annuale festival.  –  Diverse sono le attrattive che si possono anteporre, intervallare e protrarre per un fine settimana all’isola di Symi, Chorio, resta il punto di riferimento, qui si trovano le agenzie turistiche, alberghi, banche, negozi, noleggio auto, scooter, rifornimento di benzina.  –  L’intera isola di Symi, è suddivisa in aree distinte:

Yialos o Gialos, è il porto principale, sembra una bella cartolina di un villaggio veneziano.

Chorio, che letteralmente significa “villaggio”, è la principale città. Pedi Bay è la valle sottostante Chorio, a sud di Yialos.

Nimborios è la baia d’insediamento, a nord di Yialos.

Il porto di Gialos, si collega con la parte alta di Chorio, attraverso l’antichissima scala di collegamento, poi c’è il Kataratkis, un sentiero ripido che sale verso il Castello, sul retro del porto, ricca di interessanti palazzi del 19’ secolo, c’è (l’antica strada che collegava il paese con il porto), prima della costruzione del Kali Strada nel 19° secolo, infine, il “Kali Strata” che inizia sul retro della piazza, a sud-ovest del porto e con “350 passi”, si arriva alla città di Chorio.  –  Sono diverse le cose da vedere, che destano curiosità, interesse o novità, senza stabilire su quale strada avventurarsi, per brevità, un elenco unico, è facile trovarle sulle mappe turistiche del posto:

__ Sulla strada centrale del porto si può ammirare la Torre Civica dell’Orologio costruita nel 1881 e la statua del giovane pescatore “Michalaki” costruita dal famoso scultore Symiot C. Valsamis.

__ La Chiesa di Lemonitsa e quella di S. Giovanni, dove si trova un interessante cimitero, oltre un’elegante cortile identica alla scuola di Petrides.

__ L’antica Farmacia è stata restaurata e ospita un’interessante collezione di vasi di medicina francesi e altri paraphanelia.

__ Il Palazzo del “Chatziagapitos House”, restaurato nel 18’ secolo, aperto durante le ore di museo.

__ La nave Lindos con il monumento ai caduti.

__ Lo storico edificio di “Kampsopoulou“, dove avvenne la firma della resa delle isole del Dodecanneso dai tedeschi agli alleati.

__ Verso la piazza di “Kambos“, c’è il Monumento al Milite ignoto.

__ Il Museo Navale, di recente ristrutturazione.

__ La Chiesa di Ag Ioannis, con il suo magnifico giardino di ciottoli.

__ Non mancano lungo le diverse vie ciotolate di Chorio i luoghi di culto, dove ci sono icone e affreschi di grande interesse artistico e  storico, alcuni sono anche rilassanti e divertenti.

__ I mulini a vento di “Pontikokastro“, che formano una costruzione circolare, è quel che resta, di quando Symi contava 30 mila abitanti e secondo la storia potrebbe essere un tumulo preistorico …, da questo punto, si ha una splendida vista verso le verdi pianure del villaggio balneare di Pedi.

__ Bellissime le chiese della Panagia e Agios Athanassios, dove si svolge la caratteristica festa pagana del Kourkouma.

__ Dalle piazze di Aleminas (con il suo caffè storico) e quella di Ai-Thanassis, si osserva la cartolina di Symi, tutti i “colori” e le sfumature dell’isola.

__ Il museo Nautico, si trova in alto, a Chorio Vecchio, sul retro della piazza ben segnalato, davanti sono sistemati dei canoni, il riposo settimanale il lunedì, apertura ore 10.00  – 14.00.

__ Quello Archeologico nella parte vecchia della città, zona Agios Athanasios, fondato nel 1961 in una tradizionale casa in stile locale dove sono raccolte delle collezioni archeologiche di manufatti del periodo classico, ellenistico, romano e bizantina, oltre una piccola collezione di oggetti legati al folklore locale che comprende abiti tradizionali, utensili e persino mobili.

__ Tra le curiosità, ogni anno l’isola del Dodecaneso ospita “il Symi Festival”, un evento culturale che si sviluppa nella stagione estiva, da luglio a settembre, l’evento, è molto ricco di spettacoli musicali, danza, teatro, eventi culturali di ogni genere, anche la proiezione di film all’aperto gratuitamente per tutta la durata della manifestazione, che può ingannare pensando solo a un locale disponibile, tutto è ben organizzato, sono diversi i locali disponibili e anche gli eventi sono contemporanei.

__ All’inizio del secolo scorso alcuni pescatori di Symi si riparavano da una tempesta presso l’isola di Antikythera, scesi a cercare spugne, tra le tante cose, trovarono un meccanismo in metallo, fuori dall’usuale ma che all’apparenza, neanche antico, analizzato, in laboratorio in tempi più recenti, l’aggeggio risale almeno al primo secolo avanti Cristo, tanto da scatenare la fantasia degli scienziati.  –  La domanda, quindi restava intera, a cosa potesse servire e da dove veniva questa tecnologia, alla fine dopo un lungo lavoro di recupero e restauro, si arriva alla soluzione, ricreando funzionalità nel meccanismo, la strana cosa, era una specie di calendario per calcolare le eclissi e il moto dei pianeti …, tecnologia d’avanguardia per più di duemila anni fa (da un articolo di Focus).

__ Sull’isola ci sono un paio di altri villaggi persi tra gli alberi, a circa un paio di chilometri dal porto – capoluogo di Gialos, il primo è Pedi, un porticciolo tra vigneti e alberi da frutta dove abitano poche decine di persone, con una bella spiaggia intorno alla quale si trovano anche alcune sistemazioni.  –  Il secondo, è Emborio, anche qui poca gente, acqua turchese e alcune caverne da visitare che raccontano del lontano passato dell’isola.

Alfin siam giunti” nella mia passeggiata greca, è stata fruttuosa, sicuramente l’isola merita di essere visitata e vissuta, riesce a trasmettere una vera sensazione di serenità, con le sue piccole bellezze, ci sono anche quelle culinarie, che non apro, la cucina greca è buona, ci sono stato in tre occasioni, in luoghi diversi, dalla capitale, a Patrasso, alla Meteora, si mangia molto pesce …, da quello povero, alle specialità tipiche di Symi, che sono i  gamberetti, serviti nei vari modi.  –  Dispiace solo che l’uomo con il suo egoismo sfrenato, sta distruggendo il bello della natura, perché anche qui, purtroppo, l’inquinamento è di casa, una malattia ha decimato le spugne nell’Egeo, (adesso sono protette), quelle che sono in vendita sulle bancarelle, arrivano dall’oriente.  –  L’isola è molto tranquilla, nulla di diverso da altri luoghi di culto o turismo, si vedono e si visitano le stesse cose che in altre località, però, Symi ha un pregio, che riesce dare, sa conquistare chi arriva e gli ultimi 2600 abitanti che restano a far vivere l’isola, oggi puntano su un turismo di qualità, non del “mordi e fuggi”.  –  Rivolgo ora lo sguardo verso oriente, a Israele, nella città di Haifa, alla ricerca del primo o dell’ultimo dei luoghi sacri, della lunga linea di San Michele, sono 2000 km via terra, non conosco quanti via mare, ma preferisco al momento la via virtuale, sarò sicuramente più veloce e personalmente pure io, mi sento in sicurezza …, per concludere l’intera raccolta con altre pagine del Santo, nella nostra terra italiana.