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Gli innocenti

Non riesco, pur volendo, è più forte di me, come sempre ho seguito la trasmissione di Alberto Matano, “Sono innocente”, un programma molto ben fatto, con un commentatore davvero di primissimo ordine (essendo anche un bravo conduttore del Tg), che di ogni storia presentata, oltre l’esperienza ha messo la sua grande umanità, ma ha lasciato parlare il protagonista.  –  Dal semplice furto, fino ai reati più gravi, sono a decine di migliaia gli “errori giudiziari” a danno di chi per sua sfortuna, si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, oppure che il suo caso sia affidato a responsabili delle forze dell’ordine, polizia, carabinieri, finanza e altri che agiscono nel compito a loro affidato con estrema semplicità, scarso impegno a volte e (come troppo spesso nel recente), estorsione di firme e manipolazione dei fatti.  –  Sembrerebbe da parte mia voler condannare a priori ogni forma d’indagine, neanche mi permetterei, però quello che ho seguito in Tv e quello che ho letto in rete, mi fa scrivere di tutto e di più, perché ogni caso è assestante, “non ha di eguali”, dove non sbaglia solo chi conduce l’indagine, ma anche chi difende e chi in ultima sede condanna o assolve.  –  Potrebbe essere anche lo stesso avvocato difensore a commettere un banale errore di procedura, oppure che sceglie di proposito un percorso processuale più breve e meno impegnativo per se stesso, mi riferisco per esempio al patteggiamento, che nella logica dovrebbe favorire “l’accusato”, che spesso, non è stato informato a sufficienza, si vede ridotta la pena ma, resta alla conclusione dei fatti, con tanto amaro in bocca.  –  Quando bisogna difendersi dalle accuse ben sapendo di essere innocenti, qualunque sono le scelte fatte dalla difesa, resta in ognuno il trauma di, affrontare un processo, dove spesso neanche si è presenti, sembra tutto un assurdo, ma accade così, si è assolti o condannati secondo le interpretazioni fatte dalle parti, che alla luce delle indagini esperite, “arrivano a un accordo processuale”.  –  Per tutti, conta portare a casa un risultato che soddisfi, la forma più apparente è nel processato, che seppur solo con la riduzione iniziale del 50% della pena prevista per il reato da lui commesso, ha avuto la soddisfazione promessagli dal legale.  –  Apparentemente si dirà che tutti sono contenti, il giudice e il Pm perché hanno fatto il proprio dovere, l’avvocato che solitamente in anticipo riscuote il suo onorario, appare il più soddisfatto di tutti, tanto ha raggiunto l’obiettivo promesso al proprio difeso, che solo una volta era cliente, oggi con i tempi d’attesa per i processi, è diventato un “paziente”, quasi come quello medico.  –  Resta ovviamente scontento solo chi ha dovuto sopportare tutto e tutti, parlo e approfondisco anche per esperienza personale, può capitare a tutti di “fidarsi” e poi prenderla in quel posto, come purtroppo accaduto a me, che ho dovuto subire nel tempo e sopportare il tutto, con la pazienza di Giobbe.  –  Il programma di Matano ha mostrato che nella mia breve avventura, non ero solo, quindi non è solo un’opinione, questa interferenza nel contesto, resto dell’idea che quando un magistrato nella valutazione di un carteggio processuale, si innamora delle proprie idee, è il suo principio che va difeso, si diventa senza scampo, automaticamente colpevole.  –  Quando mi sono ripreso psicologicamente, nel leggere il mio carteggio, ho trovato tante inesattezze in merito alle indagini effettuate che da solo mi viene vergogna per loro, si resta delusi per come si celebrano i processi, io mai chiamato e, mai presente, …, non è come nei film, tanto che mi viene da pensare a delle collusioni vere e proprie tra le parti.  –  Essere alla fine fuori dalle beghe giudiziarie, mi fa beare della mia ignoranza e della mia “scarsa illuminazione” in merito, prevale la rassegnazione sul fatto che il mondo talvolta cammina in senso inverso, tanto che la domanda nasce da sola, è conveniente stare dalla parte degli onesti o dei colpevoli.  –  Potrebbe essere nel pubblico ministero la colpa, ha in mano tutte le carte, dove sono riportate le indagini, dovrebbero essere lette e osservate, se, le indagini sono state fatte tutte e nel modo giusto così come previsto dalle procedure …, tutto questo non sempre è fatto, si legge la relazione finale delle indagini scritto dall’ufficiale di polizia, carabinieri, finanza ecc., sulla cui base, compone tutta una sua teoria sui reati commessi dall’accusato.  –  Perché no, anche il giudice nella sua sentenza finale, ha tante motivazioni per commettere il suo “atto impuro”, può non aver avuto il tempo di leggere gli atti processuali, come pure che si fidi del lavoro istruttorio fatto dal “pubblico ministero”, il suo compito è di emettere la sentenza nel rispetto della Legge, in altre parole, applicandola, non interpretandola come spesso accade.  –  Tutte le storie, hanno un comune “filo conduttore” che porta dritto all’errore giudiziario, certamente “la giustizia” nella fattispecie, è semplicemente una persona che nell’esercizio delle sue funzioni, si trova alla presenza di suoi simili, accusati di qualche reato, dalla truffa, all’omicidio, alla violenza di strada, allo stupro, al furto al femminicidio ecc.  –  Nel tempo tutti questi errori, hanno dettato di fare una Legge a difesa non tanto del penale, quanto più sul civile, quindi un effetto risarcitorio a favore del condannato “innocentemente”, che dall’inizio ha destato forte preoccupazione all’interno della stessa magistratura per il coinvolgimento riguardante la responsabilità civile dei giudici che potevano trovarsi in questa situazione d’imprevista difficoltà nell’esercizio della loro funzione.  –  Riguardo questi fatti, esiste la legge Vassalli, operativa dal 1988, che prevede la norma risarcitoria al malcapitato, attraverso una causa intentata direttamente allo Stato, che evidentemente non ha soddisfatto “i malcapitati”, se nel 2015 si emana una nuova Legge, che sostanzialmente mantiene la precedente, l’unica variante o novità, è da parte dello Stato, che nel risarcire il cittadino, può avviare una rivalsa nei confronti del magistrato se ravvisa una negligenza o un travisamento dei fatti o prove.  –  Non è una rivoluzione, questa riforma operata dal governo Renzi, nella precedente Legge era solo una facoltà, mentre nella nuova c’è l’obbligo, il magistrato che ha sbagliato subisce condanna, (ma solo nell’ipotesi di negligenza grave o di dolo), nella situazione, potrà subire un taglio dello stipendio fino al 50%.  –  Questa riforma, secondo un noto ex togato, poi politico, adesso solo semplice cittadino, ritiratosi alle sue sole arti hobbistiche, non va bene, perchè dice:

Se all’epoca di Mani pulite fosse stata in vigore questa legge, avrei passato il mio tempo a difendermi dalle denunce, invece che a fare le indagini, perché ogni persona che avrà a che fare con la giustizia, penserà a denunciare il magistrato per evitare di essere giudicato, un po’ come fanno gli automobilisti pizzicati dall’autovelox: tutti fanno ricorso”.

Io finisco la mia riflessione con le belle parole di Matano che nel presentare il suo libro “Innocenti”, al recente Salone di Torino, raccomanda con rispetto e educazione a tutti gli addetti ai lavori di non giudicare mai chi si ha davanti, “a prima vista”, un invito che raccolgo e condivido pienamente.