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Nino di Lecce

Lecce per tanti anni è stata meta delle mie vacanze di agosto, andavo in questa città quando si festeggiava il Santo patrono (S. Oronzo), queste ferie erano dettate dall’amicizia che mio suocero Vermigliano, aveva a Lecce con Giovanni Caricato, per gli amici “Nino”, maresciallo maggiore di pubblica sicurezza, persona di bella presenza, altezza sopra la media, sempre curato di tutto punto, imponente nella sua divisa, che comunicava a tutti un senso di simpatia a vista.  – Anche con questa persona è stata una lunga e bella amicizia, era solo la distanza che ci teneva lontani, per oltre un ventennio, quasi tutti gli anni siamo andati in ferie a Lecce, sempre suoi ospiti.
Quello che più mi è rimasto bello di lui e della moglie, la grande familiarità e disponibilità, quello che di più ci ha legati nel tempo a venire, …, la sua prima volta a Chieti, nei nostri diversi giri, poiché eravamo noi, il suo inserimento nella nostra grossa comitiva, sempre in giro in gite, per lo più, a fare “danni culinari”.  –  Avendo conosciuto tutti della nostra comitiva, anche con loro si è creato il rapporto di amicizia, quando andavamo noi a Lecce, nei diversi anni, di volta in volta, portavamo qualcuno “della comitiva” …, ovviamente i più intimi, mio zio Nino, mio cognato Gaetano, mio cugino Enzo, i figli di Vermigliano Orlando e Gino, insomma il gruppo “Chieti Lecce”, con il piacere di tutti, cresceva sempre più.  –  Ovunque, a Chieti o a Lecce, gli interessi maggiori che ci impegnavano, intanto le città, Lecce come Chieti, hanno la loro antichità da far ammirare, poi non mancano le curiosità su cui si aprono immancabili le discussioni per saperne di più, avevamo formato un gruppo di amici che stavano bene insieme, questo, ovviamente, anche con la numerosa famiglia di Nino, sei figli, due già sposati, due in procinto, due ancora erano i minori.  –  Le giornate erano dedicate alle località ritenute più attrattive, oltre la città stessa, intanto dal punto di vista culturale, però, dove eravamo più numerosi, penso sia inutile dirlo, quando si decideva per le specialità culinarie, tutti presenti al doveroso incontro cui davamo tutto il nostro apprezzamento. Quello che proprio non riesco a dimenticare, lo ricordo con tanta nostalgia, le grandi abbuffate di pesce, che facevamo, serate di veri e interminabili bagordi, andavamo in giro, alla Poesia, a Leuca, a Porto Cesareo ecc., erano i tempi che ti portavano il pesce da cucinare, in un vassoio dove ancora si muovevano, un particolare mai visto nella nostra regione, che pure può vantare nella sua tradizione mangereccia, le specialità marine. Piacevole anche quando Nino ci portava nel “suo angolo di pace”, così lo definiva lui …, (quando riusciva a fuggire dal quotidiano familiare) che pure amava molto.  –  Abitava nel rione “Santa Lucia”, ma aveva un piccolo appezzamento di terreno appena fuori città, in periferia sud di Lecce, dove puntualmente, ci portava per raccogliere fichi d’india in quantità pazzesche, ma anche capperi, olive che poi riportavamo a Chieti e mettevamo in salamoia, qui, stava piantato anche un vigneto molto variegato, non molto grande, che assorbiva molto del suo tempo libero, lui si sfiziava nella produzione di svariati vini.  Merita citare il vino pugliese, è ben nota la sua specifica di essere un “vino da taglio”, anche risaputo che tanta produzione trova sbocco in Francia per la produzione dei noti spumanti francesi.  –  Nino grande conoscitore, coltivava bene questa passione, tanto che gli riusciva di produrre in quantità limitate oltre che nei colori tradizionali, bianco, rosato e rosso, anche nella tipologia dei vini, curava anche la conservazione, tenendole sdraiate sulla paglia, in bottiglie scure, tutte uguali, belle etichettate, nel suo magazzino di campagna.  –  Mentre nel magazzinetto di casa stavano ritte con l’etichetta davanti …, pronta all’uso, avevano un certo fascino, vederle tutte, in queste visite, la nota dolente, che ci costringeva all’assaggio dei vini …, con tutto il nostro piacere.  –  Non mi stanco mai di parlare di questo …, per me “anziano amico”, Nino era persona veramente squisita, 120 chili di bontà, educazione e rispetto la sua normalità di vita, amava la buona lettura, era molto acculturato, poco o niente digeriva di politica, sempre evitava le facili uscite di mio suocero (il suo amico), da sempre “di fede fascista”, comunque era anche molto compagnone.  –  Aveva un solo problema, quello di non possedere una macchina propria, ma non se ne faceva problemi, nella funzione di capo officina, che era il suo lavoro in polizia, gestiva il parco macchine, ha sempre detto che non gli serviva, in effetti, era così, la città tutta pianeggiante, lui con la bicicletta si spostava, dove voleva, anche al lavoro che distava a meno di un km.  –  Quello che pure attirava molto, la simpatia della moglie, la dolcissima “donna Rita”, che sapeva davvero cucinare tutto, aveva un solo difetto, quando andavamo noi, non le piaceva uscire, perché amava preparare lei le specialità locali, così anche quando veniva da noi, le piaceva uscire, ma in verità amava stare in casa, anche se ospite, si sentiva regina e protagonista dietro i fornelli della cucina.  –  Le nostre visite erano concomitanti le feste di S. Oronzo, potevamo tutti ammirare lo spettacolo dell’immensa illuminazione che si faceva in città, interi quartieri illuminati a giorno, dove un’infinità di bancarelle vendeva di tutto, in particolare frutta secca (una caratteristica locale), poi stand ricreativi e di ristoro insomma, nulla a che vedere con le nostre feste, ci feci l’abitudine ma ricordo la prima volta, rimasi veramente sbalordito come tutti gli altri.  –  Sembrerà strano, ma una cosa che pure ricordo con piacere, anche se un po’ entro nel macabro, la visita al cimitero monumentale, proprio immenso, una città nella città, lo stile tutto barocco, stavano grandi costruzioni in rappresentanza delle chiese della città, perché una volta era nell’usanza mettere i proprio morti nei loculi che la propria parrocchia aveva, nell’occasione, ho anche visitato la tomba del grande Tito Schipa.  –  Tanto tempo è passato, come per tanti altri la vita ci distoglie dalle cose belle, perchè si vivono anche altri momenti pure piacevoli, ma di diverso tenore, nascono nuovi interessi, per tutti cambia anche la situazione in famiglia, gli adulti che invecchiano, i bambini che crescono, gli incontri si diradano, ma non viene meno l’amicizia, ci sono i telefonini moderni complici ormai alla portata di tutti, che riducono pure le distanze.  –  Chi ha continuato puntualmente nelle sue vacanze annuali, è stato mio suocero Vermigliano, fino al suo ottantesimo compleanno, quando nel 2006 il maresciallo, “l’amico Nino” muore per un improvviso malore.  –  È restato con tutta la famiglia, il legame di amicizia, tanto che tre dei figli, con le loro consorti, sono venuti nel 2011 a Chieti per il 92° compleanno di mio suocero, ci siamo rivisti a distanza ormai di anni data la mia situazione, ma davvero il rivedersi è stato una gioia comune, come sempre la piacevolezza di stare insieme anche solo per un giorno, ci ha dominati tutti, ricordando i momenti più belli trascorsi negli anni passati.