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Nulla di nuovo

Non che m’aspettassi qualcosa di nuovo …, ma neanche di trovare il peggio del peggio in questo unico giorno dell’anno che dedichiamo a “chi non c’è più”, mi riferisco in particolare ai caduti di tutte le guerre, agli eroi, agli ignoti, che pure sono sepolti nel sacrario militare, all’interno del nostro  cimitero di Sant’Anna.  –  La morte, è un appuntamento di vita che tutti incontriamo lungo la nostra strada, diventiamo solo invisibili, ma restiamo dentro gli affetti di chi deve ancora attendere il momento e quindi non possiamo dimenticare tutto quello che è legato nella tradizione o nelle usanze secolari.  –  Questo è il secondo anno consecutivo che sono presente nella giornata della commemorazione dei defunti, nelle mie visite a Chieti, spesso vado al cimitero perché mi da pace e pensieri da esprimere come oggi, anche se ho già fatto queste riflessioni alcuni anni fa, torno sull’argomento perché è ancora attuale il problema da risolvere e come dicevo in apertura, anche un po’ peggiorato.  –  Stamattina di buon’ora mi sono portato con la macchina nei pressi di Sant’Anna, l’ingresso a piedi proprio dalla piazza, fino in fondo verso l’obitorio, mentre scendevo, facevo le mie consuete visite a parenti e amici, da William a Lele ai miei zii, mio cugino Luciano e i miei genitori, poi vedo i preparativi per la messa al sacrario e ho avuto la voglia di restare per seguire tutta la cerimonia. Mancava circa un’ora all’inizio, così che ho avuto modo e tempo di ispezionare tutta l’area del sacrario, dentro e fuori, in basso e in alto, effettivamente c’è solo da recitare il vecchio detto: “Da lundane fa na bella vicinanze”.  –  È proprio così, una visione ravvicinata, mette in bella mostra i deficit che presenta da svariati anni, come la “non leggibilità” delle piccole cellette che contengono i nostri eroi di guerra, da far presente anche il serio pericolo di circolazione a piedi, dal lato dove sta il busto di Valentino Mirra, i gradini di marmo bianco, con le relative alzate, sono tutti sconnessi e per niente sicure da salire o scendere.  –  Questo prima che iniziasse la cerimonia, tanto che ho avuto modo di parlarne con il giornalista Mario D’Alessandro e la signora che stamattina ha curato la presentazione della cerimonia che alle mie “rimostranze”, ha risposto anch’essa un po’ arrabbiata; che la situazione da me rilevata, è già cosa nota alle autorità …, nello specifico, perfettamente “incompetenti”.  –  Questo mi esce da dire spontaneo e meritatamente, se sono diventati annosi i problemi, non riesco a capire il motivo della “competenza” sui lavori che ci sono da fare, stamattina mi sono semplicemente vergognato della situazione cui versa l’intero complesso monumentale, non pigliatemi per un rompino, sto solo a scrivere quel che ho visto, ancora una volta devo dire che proprio non ci fa onore lo stato delle cose.  –  Onestamente, neanche so a chi girare questa segnalazione, ho provato stamattina a parlare anche con le associazioni presenti che pure hanno “visto de visu”, poi le solite chiacchiere da bar, chi dice che adesso viene anche il sindaco, altri, ne parliamo con le autorità militari, qualcuno ha anche suggerito di lamentarsi con il responsabile cimiteriale …, ai tempi passati, quando ci stava un certo “don Armando Tacconelli”, devo dire che le cose andavano davvero meglio.  –  Pare esista anche un progetto per risistemare l’intera area …, ok, ma almeno 10 euro per un barattolo di vernice nera e la buona volontà di qualche associazione di volontariato, poteva rendere leggibile i nomi dei nostri “abbandonati soldati”, prima da chi li ha mandati in guerra e oggi da chi gode della democrazia che abbiamo grazie al loro sacrificio.  –  Quella signora di San Benedetto, se poteva leggere da sola il nome del suo papà “mai conosciuto”, sarebbe ripartita di certo più contenta.  –  Comunque tanto per usare l’ultima ciliegina, il sindaco è arrivato con 10 minuti di ritardo ed è andato via subito, nessuno ha potuto riferire “il problema”, ma considerato quel che non ha fatto finora nella nostra città, era anche inutile riferire a lui la questione.  –  L’unica nota bella, le ostie non sono bastate per soddisfare la presenza delle persone alla Santa eucarestia, il Vescovo mons. Forte si è scusato per il disguido, ha pensato che 400 ostie fossero sufficienti …, per finire, ho avuto piacere di osservare oltre i gradi militari, oltre anche la loro arma di appartenenza, la grande familiarità dimostrata dalla numerosa presenza è stato bello vedere il loro “stare insieme”.  –  Nella conclusione della mia passeggiata di meditazione, sono anche passato a vedere da vicino, una piccola lapide sul muro del vecchio ossario, grazie al FAI di Chieti, che ci ha fatto sapere questa notizia, è solo una piccola foto e il nome sulla pietra di marmo bianco …, è “Pellegrina Forgione”, la sorella di San Pio, il frate di Pietrelcina.  –  Un passaggio anche in Via D’Aragona, per un minuto di raccoglimento al monumento che gli amici di Domenico Di Michelangelo (la nostra vittima di Rigopiano), hanno realizzato.