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Eran tante le stelle

Altre volte ho usato la frase “dalle stelle alle stalle”, se una volta, poteva essere un modo di dire, oggi è una tragica realtà, fa molto male a quelli che avevano davvero promesso di veder le stelle sulla terra, in Italia proprio nel particolare, vabbè! Certe promesse venivano da parte di un comico, ma il popolo era stanco e pur di avere soddisfazioni, si è prestato al gioco, ha creduto e ha ceduto.  –  Nel mondo politico, il verbo cedere, ha un significato molto ampio, non vuol significare un “capitolare”, ragionevolmente parlando, può avere tutt’altra motivazione …, un esempio potrebbe indicare la voglia di restare seduto sul proprio scranno dentro il palazzo, lo dico, anzi lo scrivo, potrebbe anche significare “fumo negli occhi”, dare a intendere al proprio elettorato di non essere d’accordo, ma in ogni maniera si “resta parte passiva” nel connubio.  –  Quel che è certo è che non si accetta di buon grado la situazione, tuttavia restando impotenti a una qualsiasi azione, resta da fare la semplice protesta che inganna il cittadino qualunque.  –  A un più attento osservatore della politica certe sfumature non sfuggono, chi, come me segue senza però, praticare attivamente la politica nazionale, la situazione appare in tutta la sua violenza, sì, perché “è violenza pura”, fatta all’indirizzo del proprio elettorato e di qualsiasi altro cittadino che vive in Italia.  –  Certamente, la scelta di cambiare il proprio voto, non si fa in pochi minuti, però, come in questo caso, la scelta si è rivelata sbagliata e le conseguenze si pagano per gli anni che seguono, a volte le scelte comportano sacrifici, siamo sempre noi decidere cosa siamo disposti a perdere, ritengo che l’ideologia sia anche un elemento importante nella vita di ognuno.      Personalmente dopo diverse esperienze, ho imparato che bisogna scegliere, non può essere la paura a bloccarci, perché poi a causa di ciò, ci sono rinunce da fare, appaiono compromessi, diventa perciò importante la nostra azione …, solo che le scelte vanno ponderate prima c’è anche un vecchio proverbio che dice:

Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sà quello che lascia, ma non sà quel che trova”.

Tra dubbi e incertezze, resta la partecipazione, la scelta è personale non è facile, non sempre s’indovina e l’errore, come in questo caso di affidare le proprie speranze a un MoVimento, comporta doversi accollare anche la responsabilità delle proprie scelte, resta da fare il mea culpa per la scelta fatta e cercare di correre ai ripari.  –  Solo che al momento rimane di subire il proprio errore, chi eletto, sa bene che se lascia perde, quindi la sua preferenza è se non raddoppiare, almeno mantenere la posizione, cercare di contenere il male che proviene dal diretto interlocutore e cercare di rifarsi una verginità politica che al momento appare davvero misera e meschina, oltre che proprio inopportuna e non corrispondente a quanto proposto nella lunga percorrenza elettorale, che ha portato ad avere il 32% dei voti al MoVimento 5 stelle.  –  Questa dovrebbe essere l’analisi da fare dalla dirigenza dei 5 stelle, purtroppo per loro, si sono cacciati da soli dentro un vicolo cieco, la loro alleanza con le forze leghiste hanno portato a una serie non molto bella di situazioni di difficile soluzione.  –  Appare scontato, che oltre questo difficile momento, l’unica alternativa, sarebbe quella del ritorno a nuove elezioni, questa svolta sarebbe una manna per la Lega …, parimenti però, una condanna per lo stesso MoVimento, che negli ultimi mesi, ha registrato un calo nelle espressioni di voto che si colloca sotto il 20% da quel che era il 32% del 4 marzo 2018.  –  Grosso il dilemma per la dirigenza dei 5 stelle, per quello che attiene alla visibilità esterna al partito, (anche se non si definiscono partito), a me non viene altra definizione, quel che poteva essere un movimento, oggi avendo assunto il potere seppur in una coalizione che si riconosce dentro un “contratto di governo” rappresenta una realtà non più paragonabile a un movimento.  –  Lascia sgomenti infine proprio l’impreparazione delle figure che rappresentano i 5 stelle all’interno dei ministeri, dagli stesi ministri ai vice, ai portaborse, ai consulenti, tutti piuttosto leggeri nel loro esercizio governativo.  –  Poi bisognerebbe parlare di Toninelli, Castelli, Bonafede, Grillo, Lezzi, che assieme al vice primo ministro sono i più chiacchierati, non è certamente un caso, piuttosto è l’evidenza più triste di quella squadra di governo “pronta e capace” promessa e annunciata durante la campagna elettorale, tutti si sono rivelati una delusione cocente, forse anche all’interno dello stesso MoVimento.  –  Ci sono infine gli imboscati, quelli che forse potevano dare di più, per i loro capelli grigi, ma anche per la pacatezza con cui si sono presentati all’elettorato, hanno preferito rinunciare alla prima fila per occupare posti più tranquilli (nelle commissioni o come Fico alla Camera), anche questa mossa, risulta fuori luogo.  –  Quel che più preoccupa la dirigenza dei 5 stelle, sono le numerose defezioni interne, tra le espulsioni e i cambi di casacca volontari, ci registra una certa difficoltà, vale segnalare il passaggio in secondo ordine dei rimborsi che tutti gli eletti del MoVimenti si erano dati all’inizio, l’esplosione di gioia al rientro del “Di Battista” dalle sue vacanze in sud America, cui segue l’improvvisa scomparsa con una blanda motivazione …, sono i segnali di una maretta interna.  –  Facendo riferimento alle azioni di governo messe in atto in questi mesi (meglio dire quasi un anno di governo), siamo ancora in alto mare, il reddito di cittadinanza ha già subito lo slittamento di un anno rispetto alla promessa fatta, se tutto va per il verso giusto, nel maggio prossimo si darà corso all’erogazione monetaria sulle tanto reclamizzate tessere magnetiche.  –  Resta forte però la delusione di quelli che avevano rimesso ogni speranza sui “780 euro promesso a tutti”, non è così, ci sono molti scontenti che aspettano spiegazioni sulla differenza riscontrata tra il Rei realizzato dal Pd e il Rdc dei 5 stelle, girano notizie che gli accreditamenti sono scesi a 40 euro …, non sarà cosa facile dare le giuste risposte a questa caduta monetaria.  –  La mia è solo una lettura della situazione, non è un processo, non è un dare delle colpe, sono molto con i piedi per terra e sono uno dei pochi in Italia che non ha un partito da difendere, non scrivo e non parlo in nome e per conto di nessuno, sono semplici riflessioni del tutto personali e molto obiettive, come tanti altri, anch’io aspetto le necessarie risposte, non è un gioco questa partita per l’Italia, è più una lotta per la sopravvivenza.  –  Cosa mi resta da dire a chiusura di questo primo quadrimestre del 2019, “nulla di nuovo all’orizzonte” è la formula più indovinata, per finire questa libera riflessione, mi si potrà tacciare di essere di parte, ma dovrete anche dirmi di quale e perché, al momento mi resta solo perdonare gli errori fatti dai miei concittadini che si sono fidati, hanno sperato, la loro delusione è anche la mia, confido in un prossimo più sicuro, anche se ancora non appaiono segnali che possano far sperare in un governo migliore.  –  Resta la magra consolazione della “vittoria morale” perché questi del nuovo o del cambiamento, in meno di un anno di governo si sono rivelati anche peggio di quelli che li ha preceduti.