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Nepoata mea

Il titolo, è in lingua rumena ma, facile da capire, in italiano vuol significare “mia nipote”, da oltre sei mesi, sono diventato nonno indiretto o di seconda mano, Sofia Maria, in effetti, è la nipote diretta per discendenza di mia moglie Raia.  –  La conoscenza della piccola, appena dopo la sua nascita, sono andato io a Bucarest, poi è venuta lei a Craiova con i genitori (Liviu e Liudmilla), poi siamo andati noi di nuovo a Bucarest al suo battesimo e in questo Natale di nuovo noi, ci siamo spostati da Craiova a Bucarest, perché sono venuti in visita mio figlio Daniele e la moglie Simona, per me è stato un bellissimo momento, un “grande e meraviglioso” Natale.  –  Ci siamo portati a Bucarest il 24 mattina, dopo aver preparato alcune cose da Craiova per essere pronti a festeggiare la vigilia senza eccessivi pesi pomeridiani sulle donne, tutto è andato come previsto, con grossa soddisfazione di tutta la combriccola …, quello che mi ha preso molto, vedere la bimba molto vispa e socievole, affabile con tutti/e, per niente piagnona, quasi che non ci fosse.  –  Io ho ridotto la mia presenza in rete proprio per vedere da vicino “questo lato della vita”, dopo il consueto saluto del mattino, mi sono dedicato ad altro, intanto per la presenza dei miei cari, quindi camminate e mangiate a non finire e …, conclusa, questa prima fase delle feste, con la partenza per l’Italia di Daniele e Simona, segue non prevista, una seconda fase, dovevamo andare a Tulcea per il capodanno, ma siamo rimasti a Bucarest.  –  La sorpresa “che mi ha sorpreso”, devo dire piacevolmente, è proprio la piccola Sofia, che nelle pause tra il dormire e i pasti giornalieri, faceva dei sorrisi a 32 denti, (anche se non ancora le sono  spuntati, però, dalla frequenza del mettersi le mani in bocca, e portare in bocca tutto ciò che ha in mano, penso sia molto prossima la cosa).  –  A volte si dice “provare per credere” non che sono stato scettico su certe manifestazioni d’affetto che in precedenza ho visto mostrare dai miei fratelli e cugini che sono diventati nonni prima di me, anche nella condizione “non proprio di sangue”, però, non riuscivo a capire da cosa potesse nascere questo rapporto.  –  Sono ripartito da Bucarest stamattina alle 10 per arrivare a casa nostra alle 14, e durante il viaggio io e mia moglie ci siamo scambiati le reciproche impressioni su questa nostra vacanza natalizia tutta in famiglia, positivo da entrambe le parti, poi si converge sulla piccola Sofia, Raia è rimasta sorpresa dal mio essere presente nella “funzione di nonno”, l’ho tenuta in braccio, le ho dato da mangiare, da bere, gli omogeneizzati, poi la sua prima pastina, i fedelini di Barilla che ho portato dall’Italia, poi la frutta frullata, ho giocato con lei per tenerla buona nei momenti di attesa del mangiare e insomma è nata quest’amicizia.  –  Anche se ci separano 72 primavere, siamo stati bene entrambi, lei sempre sorridente perché la coccolavo, la baciavo “alla nostra usanza”, il rumore dei bacetti che scrosciavano sulle guancette piene e rosee, sulle piccole manine, eppoi il computer …, la comodità di farle ascoltare e vedere i video delle canzoni per bambini, dell’Antoniano, della Viviani, dello zecchino d’oro, della Disney, lei molto interessata, che balbettava a monosillabi, saltellando sulle mie ginocchia, mentre agitava le braccia in “senso di gradimento”.  –  Nella giornata di ieri poi io e Sofia, siamo stati un po’ abbandonati dalla sua mamma e dalla sua nonna, impegnate a risistemare la casa dopo le feste, sono riuscito a farla dormire nel primo pomeriggio con grande facilità e nella serata, forse i dentini o qualche doloretto di pancia che la infastidiva, ritardava di molto nell’addormentarsi, piagnucolando pure, non ho resistito, dopo la mia puntata di “un posto al sole”, di nuovo, l’ho presa in braccio e con la santa pazienza, sono riuscito a quietarla.  –  Ha dormito l’intera notte senza svegliarsi, e stamattina, mentre approntavo i bagagli per la partenza, lei appare tra le braccia del suo papà, di nuovo tutta sorridente e pimpante, la prendo di nuovo tra le mie braccia …, e poi via la partenza.  –  E quindi, in questa mia dieci giorni ho finalmente provato da vicino l’emozione di sentirsi nonno al 100%, confesso, ho sentito tanta emozione, che neanche immaginavo di provare, anche se mai ho pensato che altri, nella stessa situazione hanno finto, non si può restare indifferenti “alle ingenue carezze” di una bimbetta di sei mesi, sono i suoi sguardi di meraviglia, il modo come si muoveva e si rigirava per cercare di prendere le cose che si trova a portata di mano, in particolare, i miei occhiali e il mio mouse che al solo toccarlo emanava una luce rossa che le faceva cacciare la piccola lingua, si vedeva che era contenta.  –  Ho voluto testimoniare d’istinto questa mia nuova esperienza, non nascondo la mia soddisfazione e neanche nascondo, che adesso la vorrei tenere ancora in braccio, so bene che i nonni sono la rovina dei nipoti e la disperazione dei genitori che nell’assenza dei nonni, devono sopperire ai vizi che i bimbi prendono dai nonni, ma è la storia della vita che si tramanda dall’epoca dei tempi, non sono io il solo colpevole, “siamo in tanti” …, e per fortuna che anche per tante altre situazioni la presenza dei nonni risolve sempre il problema delle nuove generazioni.