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Assalto a Genova

Riesco a vedere le immagini appena un po’ sul social, passando oltre, leggo che il video è stato oscurato, mi scollego per un po’ passando alle mie quotidiane scritture e quando torno in rete, ritrovo nuovamente il video, riguardo ancora il breve filmato ma da “perfetto incompetente”, non riesco a distinguere nessun particolare di quel che accade, si nota bene però l’azione repressiva in atto da parte delle forze di polizia.  –  Gli agenti nella normale tenuta di autodifesa, cercavano di reprimere le proteste in atto per impedire la manifestazione di CasaPound, prevista nelle vicinanze, (a mio giudizio, erano altri i provvedimenti da prendere per impedire la collisione), ma ancora una volta, è stato sottovalutato o peggio ancora, non è stato capito, non occorreva un’intelligenza superiore per superare la delicatezza di certe riunioni in determinati luoghi e in momenti troppo caldi.  –  Altre dovevano essere le valutazioni, “magari ripensare” anche al 21 luglio del 2001 all’episodio legato al G8 che sono culminati con i tristi fatti alla scuola Diaz …, diversi sono gli anni passati del famoso G-8 ma, resta ancora nel ricordo, sono da definire gli strascichi giudiziari che si sono innescati.  –  A pensare male, si dice che spesso s’indovina, ma con l’aria che tira su queste elezioni europee, con il diretto interesse nella kermesse dell’inquilino di Palazzo Viminale, è anche lecito il pensiero che mi domina, con una certa spontaneità è solo nella normalità, che il pensiero, sale e mi assale, che sia stato qualcuno lontano dal palazzo, (al momento pare si trovasse in quel di Brescia), che ci ha provato, nessuno può negare che negli ultimi tempi partono disposizioni che lasciano poca immaginazione.  –  Che cosa dire, purtroppo stavolta gli è andata male, la località non era di facile gestione, il presente ha sempre dei riferimenti con il passato, sono cambiati i tempi, doveva dominare il “pensiero comune”, non si può pensare e agire con le stesse vedute di un ventennio passato, l’era virtuale e la velocità cui ci muoviamo, è per tutti fulminante.  –  Non dico che era desiderato ripetere l’esperienza del 2001, però è accaduto di nuovo, a margine dei fatti, con il ricovero in ospedale del “capitato per caso” nella situazione è toccato al giornalista di Repubblica, Stefano Origone, che dal suo letto d’ospedale rilascia la prima testimonianza pubblica: 

“Ho pensato di morire, non mi vergogno di dirlo. Non smettevano più di picchiarmi, vedo ancora quegli anfibi neri, che mi passavano davanti al volto e, nella testa, mi rimbomba ancora il rumore sordo delle manganellate. Su tutto il mio corpo, che cercavo di proteggere, rannicchiato in posizione fetale, scaricavano una rabbia che non ho mai incontrato prima, che non avevo mai sentito così efferata in trent’anni di professione, sempre sulla strada”. 

Sulla dinamica che ha coinvolto il giornalista di Repubblica, il questore di Genova Vincenzo Ciarambino spiega così:

Abbiamo dovuto sigillare l’area da stamattina, prima che il comizio iniziasse, c’è stato tirato di tutto addosso, da fumogeni a mazze, biglie, bastoni, pietre e quant’altro – ha aggiunto – Non abbiamo reagito”. 

Allo scopo di calmare le acque si è recato in ospedale per assicurarsi di persona sullo stato fisico del giornalista e dice:

“Sono stato in ospedale a salutare Stefano Origone, con cui abbiamo chiarito anche la dinamica. Purtroppo quella vicenda si è svolta in una azione di alleggerimento, in una fase convulsa, mentre i poliziotti stavano arrestando una persona che aveva partecipato ai disordini e che è qui in stato di fermo. Origone – ha spiegato – si trovava vicino e, in quel momento, una ventina di manifestanti stavano scendendo da una scalinata per andare a liberare l'”ostaggio” nelle mani di due o tre poliziotti. I colleghi che stavano dietro hanno effettuato una carica e, purtroppo, in quell’azione convulsa è rimasto coinvolto Origone. Me ne dispiaccio personalmente”. 

Non spetta a me trarre le “conclusioni sui fatti”, io solo passo il tempo, nel fare le mie analisi, esporre le mie vedute, in alcuni casi mi diverto, altre volte soffro come tanti, tutto però concorre a farmi passare il tempo libero che ho, mi fermo sul resto del paese che pure è informato degli ennesimi fatti di Genova, dal social, trovo le solite proteste dei tanti cittadini che criticano, magari anche perché di parte e non solo il comportamento delle forze dell’ordine.  –  Quelli più sprovveduti si chiedono addirittura, cosa facesse mai il giornalista lì, alle volte, riesce difficile anche mettere in moto il proprio cervello, pochi purtroppo, capiscono che un giornalista cerca anche di scrivere il suo articolo con dentro le sensazioni di averlo “vissuto dall’interno”, certamente senza voler desiderare di essere malmenato.  –  È quest’ultima parola che mi riesce di difficile assimilazione, il giornalista effettivamente ha subito qualcosa che non meritava, è; nella malaugurata ipotesi, del contrario, d’essere malmenato da agenti di polizia …, credo comunque che a tutti spetta il diritto di non essere “bestializzato”, gli animalisti si preoccupano tanto nel loro ambito, quindi allo stesso modo, i preposti a dare certe disposizioni o certi ordini, dovrebbero preoccuparsi al meglio.  –  Il servizio televisivo di stamane, ha fatto vedere le ferite sul corpo del giornalista, sono davvero troppe per una persona trovata completamente “disarmata”, quindi non ci sono giustificazioni atte a scagionare chicchessia dalla violenza usata, il giornalista deve ringraziare solo la fortuna che al momento qualcuno, tra le forze dell’ordine l’abbia riconosciuto e la mattanza s’è fermata, poteva ripetersi qualcosa di non desiderato da nessuno.  –  Rifletto ancora però, mi chiedo il perché della violenza messa in atto dagli agenti in questo delicato momento di lavoro, capisco bene che magari gli stessi, sono fatti oggetti di offese tra le più svariate e non desiderate, questo provoca sicuramente risentimenti in ognuno, ma dovrebbero anche un tantino “immedesimarsi” e porsi dall’altro lato, chiedersi il motivo di certe proteste, domandarsi il perché a volte dei bravi papà o dei buoni figli, loro malgrado, si trovano coinvolti.  –  Non sono a chiedere pietà, sono solo a suggerire e capire laddove ci sono i presupposti di comportarsi da persone civili con più senso di autocontrollo, magari nelle esercitazioni per le “autodifese” che fanno nelle palestre in caserma, aggiungerei, anche delle lezioni in aula di psicologia spicciola sul rapporto umano …, rabbia, ideologia e povertà restano sempre un luogo comune a tutti i protagonisti.  –  E finisco, con l’ennesimo richiamo alle forze politiche (presi dalle elezioni), oltre a quelle istituzionali, (presi dal calvario degli accertamenti che seguiranno dopo gli incidenti), tutti preoccupati e in raccolto silenzio, ci sono due indagini in corso, il magistrato ha detto che non “farà sconti a nessuno”, si cerca di capire anche quale, la strategia scelta dagli uffici preposti sulla scelta di certe piazze, darle nella disponibilità di avvenimenti conoscendone già il disagio che potrebbe generare.